Autore: Idealista

Redazione20 novembre 2020, 10:14
Nei tribunali italiani ogni anno si aprono 11mila nuove procedure fallimentari, mentre ne restano 83mila ancora da chiudere. Questa la fotografia scattata alla fine dello scorso anno, prima dell’esplosione dell’emergenza Covid, da Cherry Sea, l’osservatorio di Cherry Bit, società che sviluppa algoritmi di intelligenza artificiale applicata al mondo del credito deteriorato.

Utilizzando i dati del Ministero della Giustizia, l’Oservatorio ha realizzato un’analisi sui dati relativi a tutti i fallimenti registrati nei 140 tribunali italiani dal 2010 a fine 2019. Ecco le principali evidenze.

Stock di procedure fallimentari: la classifica – Analizzando i venti tribunali più attivi nel 2019, cioè quelli che hanno gestito il maggior numero di nuovi procedimenti, emerge come delle 5.472 pratiche complessivamente aperte nei dodici mesi, il 35% sia stato preso in carico dai soli tribunali di Milano (1.019) e Roma (897), quest’ultimo con un importante scarto rispetto al terzo in graduatoria (Torino, 289). Utilizzando lo stesso campione, emerge come i capoluoghi di Lazio e Lombardia siano anche i tribunali con il maggior numero di procedure pendenti, rispettivamente 5.196 e 5.023 (il terzo è Bari con 2.091, il tribunale con minor numero di procedure è Genova con 748), rappresentanti circa il 30% del totale dei procedimenti che al 31 dicembre 2019 risultano accumulati nei venti tribunali in esame.

Nuovi procedimenti e procedure pendenti – Negli ultimi cinque anni di attività (2015 – 2019), si riscontra come nella maggior parte dei tribunali selezionati sia diminuito negli anni il numero di procedure aperte e di conseguenza anche il numero di situazioni pendenti. Gli esempi che dimostrano il trend migliore sono rappresentati da Torino, Vicenza e Napoli, nei cui tribunali le nuove pratiche aperte si sono ridotte del 37, 20 e 34%, consentendo di alleggerire il carico dei pendenti rispettivamente del 43, 24 e 21%. Si verificano due casi, nei tribunali di Cagliari e Catania, in cui a un aumento del 17 e 15% di aperture di nuove pratiche è conseguito un aumento delle procedure pendenti (rispettivamente del 5 e 1%), mentre i dati più negativi si registrano a Verona, Firenze e Busto Arsizio, dove pur in presenza di una riduzione del numero di pratiche aperte (-1, -11 e -14%), si sono accumulate ulteriori procedure pendenti (con variazioni rispettivamente del 9, 2 e 0,6%).

I tempi della giustizia: Bari oltre tre volte più lento di Torino – Torino, terzo tribunale più attivo del 2019 in Italia con 289 pratiche aperte, sia quello in grado di chiudere le pratiche pendenti nel minor tempo (2,8 anni); al fondo di questa classifica, invece, si piazza Bari, con 10,1 anni necessari per chiudere i pendenti, nonostante “solo” 174 pratiche aperte nel 2019. Negli ultimi 5 anni (2015-2019) la media dei venti tribunali in esame mostra un miglioramento complessivo costante del dato, passato dai 7,97 anni del 2015 ai 5,40 del 2019, evidenziando una tendenza cui fanno eccezione i soli tribunali di Catania e Cagliari, in cui nello stesso periodo si è passati rispettivamente da 7,6 a 9,3 anni e da 5,5 a 6,3. Nello stesso arco di tempo, i tribunali più veloci sono risultati Torino, Bergamo e Milano, con un valore compreso tra i 4 e i 5 anni, mentre i tribunali con tempi più lunghi nello smaltire i pendenti sono Padova, Verona, Catania e Bari, tra i 7 e gli 11 anni.

Nel 2019 48 nuove procedure fallimentari e 288 pendenti per ogni giudice – Dalle osservazioni condotte da Cherry Sea sui venti tribunali più attivi nel 2019, appare che solo la metà di questi è in grado di chiudere più procedimenti di quanti se ne aprono, mettendoci meno di 5 anni, mentre un quarto (in particolare i tribunali di Milano, Firenze, Verona, Catania, Cagliari) continua ad accumulare pratiche con un tempo superiore ai cinque anni. Tra i venti tribunali con il maggior numero di procedure aperte nel 2019, complessivamente, la media è di 48 nuove pratiche per giudice all’anno. Per quanto riguarda le procedure pendenti, invece, la media è di 288,85 per ogni giudice, con punte di oltre 500 pratiche per giudice nei tribunali di Milano, Cagliari e Firenze.
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